Scrittura 2.0 - Primo lavoro
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Scrittura 2.0 - Primo lavoro

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view post Posted on 13/12/2009, 16:17

pergamena

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Si ricorda che i voti dovranno essere confermati da un post, in cui dovrà essere inserità anche una motivazione.
Non è possibile votare per sé stessi, ovviamente.


LA VASCA DI DIAMANTI DEL MARAJA


"... Come l'ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s'intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito."
Lessi velocemente fino alla fine e pensai vittorioso anche questo è finito! Quindi cliccai sulla crocetta per chiudere la pagina e mi rilassai sulla sedia della scrivania. Era il quarto libro che per compito dovevo leggere durante le vacanze, e anche quello lo avevo scaricato direttamente dalla rete, senza dover andare in libreria o in biblioteca. Per me era stata una grande vittoria poter leggere degli e-book. Ci mettevo molto meno tempo che con un libro normale e non dovevo stare attento ad orari di riconsegna o a soldi per comprarlo. Certo dopo un po' a fissare lo schermo mi davano fastidio gli occhi, perciò magari saltavo qualche paragrafo per non affaticarli troppo o saltavo le righe troppo lunghe delle descrizioni, o quelle troppo noiose dei dialoghi... In ogni caso potevo dire di aver letto il libro. A volte mi scappavano delle informazioni o non ricordavo nomi di luoghi o personaggi, ma poco importava, non erano libri che mi interessavano. A dire la verità non mi interessavano i libri in generale. Sentii dei passi e gli scricchiolii delle scale, quindi la voce di mamma.
-C'è il nonno, scendi a salutarlo?- Saltai giù dalla sedia e veloce andai al piano di sotto, in salotto. Mi piaceva quando veniva il nonno, era la persona più in gamba che conoscessi. Non avevi mai la possibilità di annoiarti con lui: sapeva sempre cosa dire e non finiva mai il suo repertorio di cose da raccontare. Era in piedi vicino al tavolino, quando mi vide fece un largo sorriso e ci abbracciammo.
-Ecco qua il mio nipote preferito!- Disse con la sua voce rauca e profonda.
-Preferito forse perché sono il tuo unico nipote?-
-Beh si, anche per quello- E mi strizzò l'occhio. -Che facevi di bello?-
-Niente di che, ero al computer.-
-Oh, su quei dannati giochini perditempo! Ma non ti sei stufato?-
-Oh, non a giocare! Stavo leggendo!- E gli spiegai di come in tanti nella mia classe ci eravamo sofisticati a leggere in quel modo, ed elogiai quel metodo in quanto lo reputavo migliore della lettura dei normali libri, che qui in Francia addirittura si stavano digitalizzando milioni di tomi contenuti nella biblioteca nazionale, ed era solo questione di tempo prima che non avvenisse in tutto il mondo.
-Bah, credimi: sfogliare le pagine con un cursore non ti darà mai la soddisfazione di toccarle con mano come in un vero libro. Oh, che splendide letture avevo fatto quando ero appena più grande di te adesso, che bei ricordi...- Il nonno era un tipo che nonostante si portava dietro molti anni era molto avanti con le idee. Pensavo avrebbe accolto questa notizia meglio, ma poco importava. Parlammo poi di tante cose, e insieme alla mamma ci raccontò ciò che gli era successo di interessante, di come grazie alle sue conoscenze era riuscito ad attirare gente alla manifestazione contro la caccia agli animali da pelliccia (a dire la verità partecipava a qualunque manifestazione avveniva in città e dintorni) e di come procedevano i lavori di ristrutturazione della palazzina in cui viveva. Quando, fra le tante cose che aveva detto, parlò di qualche dolore al petto in quei giorni la mamma si preoccupò e prese a dire se non era il caso di vedere un dottore, ma lui astutamente sviò subito il discorso chiedendo di farsi mostrare gli ultimi tatuaggi che la mamma aveva preso. Lei adorava il suo lavoro di tatuatrice, e subito lo portò a far vedere le immagini degli ultimi disegni che si era fatta dare tramite colleghi e amici. Io intanto mi preparai per andare a correre, ma prima caricai sull'mp3 la mia ultima novità. Di solito non ascoltavo musica, preferivo fantasticare a mente libera intanto che correvo, ma un amico mi aveva passato uno dei libri che dovevamo leggere... In formato audio! In pratica era stata registrata la lettura di un intero libro, da ascoltare quando si voleva. Lo provai per tutto il tempo della mia corsa, e alla fine potei constatare che anche con le cuffie continuavo a fantasticare per conto mio, ascoltando poco e niente della storia, ma in ogni caso ricordavo le informazioni essenziali di ciò che veniva detto, e insieme ad una letta del riassunto del libro e una recensione non avrei avuto problemi, quindi anche que-sta era un ottima alternativa ai libri tradizionali. Tornando a casa inoltre mi venne in mente che di lì a poco sarebbe stato il compleanno del nonno, e dovevo trovare qualcosa da regalargli. L'indomani sarei andato a trovarlo per scoprire se desiderava qualcosa. Casa sua non distava molto, e con la bici la potevo raggiungere in una manciata di minuti. Il nonno era sempre felice di ricevere visite, e non per niente in casa sua c'era un viavai continuo di persone. Quando arrivai, in mattinata, in casa infatti c'erano un paio di amici che conoscevo anche io, quindi mi unii alle loro conver-sazioni. Niente di troppo interessante a dire il vero, almeno fino a che non fu proprio il nonno a introdurre l'argomento.
-Sai Charles, riguardo a quei libri che leggi sul computer... Ne parlavo ieri con Lucienne e mi diceva che lui aveva provato a scaricare e leggere qualcosa ma era molto più brutto che leggere un libro normale.-
-Beh, sono sicuro che si sbaglia- Dissi convinto. -Se tu leggessi qualcosa te lo gusteresti come se lo vedessi su carta, forse anche di più. Dovresti provare con un libro che ti piace, che vorresti rileggere, e guardarlo su schermo, molto più semplice.-
-L'unico libro che mi piacerebbe rileggere è molto, molto vecchio, non credo che sarà stato archiviato in rete come dici tu, avevo già provato in libreria e non lo avevano neanche lì. Vedi che un computer non è poi utile come credi, se non hai la copia su carta?-
-Sono sicuro che invece ci sarà, su internet si trova di tutto. Che libro è?- Chiesi pensando che quella del libro sarebbe potuta essere una ricerca fruttuosa.
-Non lo conosci di certo. S'intitola "La vasca di diamanti del Maragià", un insieme di tanti, bellissimi racconti... Me lo aveva prestato quando ero giovane un caro amico d'infanzia e non ebbi poi più avuto occasione di rileggerlo...- Pierre, l'amico che era con noi poi parlò di un certo concerto di non so cosa, e il discorso cadde nel vuoto... Se non altro sapevo che cosa avrebbe voluto con piacere il nonno! Uno sguardo in rete, e ben presto avrei potuto ordinare comodamente a casa il suo regalo di compleanno! Difatti non appena tornato a casa cercai qualche informazione sul web, ma dopo una lunga ricerca in lungo e in largo riuscii a trovare solamente la scheda di una piccola recensione che riassumeva in poche righe il libro: "La vasca di diamanti del Maragià inizia con il racconto del principe indiano Murguli, che durante il suo regno cercò quasi ossessivamente qualsiasi diamante che potesse alimentare la sua collezione, raccolta in un enorme vasca, diventata una leggenda per tutti gli abitanti del regno. Ma il maragià ben presto venne invaso ogni sera da incubi terribili: tutte le notti viveva in sogno il percorso di ogni diamante prima di giungere a palazzo: storie terribili, di violenza e ricerca ossessiva del potere, e da quel punto l'autore si immerge nei panni del maragià o per meglio dire del prezioso diamante, in una serie di ingegnose storie e di intricate cospirazioni, tutte legate fra loro, fino ad arrivare ad un finale apparentemente isolato dagli altri racconti ma dalla grande ingegnosi-tà..." Rimasi deluso, questo era tutto ciò che ero riuscito a trovare. Neanche nei siti commerciali, di solito i primi ad uscire fuori durante le ricerche, si trovava il libro a acquistare. Beh, vorrà dire che domani cercherò in libreria pensai amareggiato dalla ricerca poco fruttuosa. Non ero neanche riuscito a trovare la data d'uscita, e ciò rendeva ancora più difficile rintracciare il libro. Evitai da subito le librerie più aggiornate e ricche, di solito avevano gran quantità di testi, ma di quelli più noti e commercializzabili, non uno vecchio come doveva essere quello che cercavo. Perciò andai a cercare in quelle piccole di quartiere, che non avevano certo un archivio online, e quindi non potevo che trovarlo andando solamente di persona. Ma dopo sette tentativi andati a vuoto, fra facce incuriosite di librai dalla cultura enorme che tuttavia non avevano mai sentito nominare il libro che cercavo, pensai che forse non sarei riuscito a trovarlo... Decisi quindi di fare un ultimo ten-tativo mettendo un annuncio in rete, ma più le ore passavano, più le probabilità di ricevere una risposta diminuivano. L'unico messaggio che ricevetti era di un tipo che diceva "prova in libreria". Mi venne voglia di conoscere il suo indirizzo per andarlo ad insultare, tanto era inutile la sua risposta. Beh, l'indomani sarei andato dal nonno a vedere se voleva qualcos'altro. I libri decisamente non erano il mio campo. Le cose però andarono molto, molto diversamente. L'indomani mattina ricevemmo la visita di Flore, una cara amica del nonno nonché sua vicina. Ci venne ad informare di un fatto tragico: il nonno era stato vittima di un infarto. Presi la notizia molto male. Secondo ciò che ci dissero successivamente, alcuni operai dovevano entrare nel suo appartamento per prendere delle misure, ma dopo molti tentativi di farsi aprire lo videro dalle impalcature, a letto. Insomma sfondarono la porta e lo trovarono così… Se non altro se n’era andato nel sonno. I giorni successivi ero ancora molto turbato per la vicenda, cercando quindi di pensarci il meno possibile. Il libro poi me l’ero completamente scordato. Almeno fino a quando per caso non rividi l’annuncio che avevo pubblicato. Un avviso mi informava che vi era un'altra risposta. Il messaggio però non mi serviva più, e faceva riaffiorare brutti ricordi… Allora perché lo guardai lo stesso? E’ una cosa che li per lì non mi spiegai, ma l’importante era il contenuto. Un tale mi rispondeva con queste parole:

Da come avete commentato e descritto il libro deve essere un edizione molto vecchia, probabilmente pubblicata per poco tempo e durante un periodo instabile, durante il quale è più probabile siano andate perdute le relative fonti di informazione. La probabilità di trovarlo senza fonti sicure quindi è molto esigua, e consiglio di rinunciare. Nel caso però volesse fare un ulteriore tentativo consiglio di visitare la biblioteca Saint Jacque nel 14° arrondissement (mi è parso di capire dall’annuncio che abita a Parigi) dove sono stati recentemente aggiunti al magazzino numerosi testi antichi non archiviati. Chissà che non ci sia anche quello che cerca? Un augurio per la ricerca del tomo,
uno storico.


A che cosa mi sarebbe servito ora quello stupido libro? Chiusi subito quel messaggio, come fosse stato solo un fastidio, ma per tutta la giornata il pensiero mi tornava fisso su ciò che diceva. Ricordai anche che Lucienne lavorava proprio a quella biblioteca. Non era stato certo quello il pensiero che mi indusse ad andarci, ma comunque lo feci. Non ero mai stato da quelle parti, e la biblioteca si presentava come uno dei tanti edifici pubblici ottocenteschi che sorgevano nella capitale. Dietro uno dei banconi di informazioni lavorava l’amico che avevo visto solo pochi giorni prima, in circostanze molto più felici.
-Ciao Charles, vieni qui per prendere un libro?- Mi disse il più naturalmente possibile, ma sotto il suo falso sorriso notai una nota di… Come chiamarla… Compassione? Beh, in breve gli chiesi del magazzino dove erano chiusi i testi, senza parlargli di quel libro in particolare, ma accennando solo ad una ricerca scolastica.
-Mi spiace, ma attualmente nel magazzino sono stati portati tutti i vecchi testi mai stati catalogati, in attesa di assumere qualche esperto per vedere se possono essere riammessi al prestito bibliotecario. Di solito queste storie vanno per le lunghe, e spesso la roba sta lì fino a che non debba essere spostata per problemi di spazio…-
-Appunto, non darò fastidio a nessuno, vedrai! Per favore, non devo mica andare li per degli esperimenti nucleari, solo sfogliare qualche libro!- Non mi sembrava molto convinto nel lasciarmi il permesso, ma alla fine disse
-E sia, ma stai molto attento. Ci sono anche volumi antichi, e un po’ di distrazione e rischi di rovinarli irrimediabilmente- E intanto tirò fuori da un cassetto una piccola chiave.
-Cerca anche di non farti notare troppo, non si sa mai.- Quindi prese una piantina della biblioteca e mi segnò il punto dove si trovavano i magazzini.
-Quando finisci chiudi bene e riporta la chiave.- Annuii e finalmente mi recai in questo posto. Scese le scale ci si ritrovava sotto il livello del suolo, con delle finestrelle piccolissime poste sul livello della strada che praticamente non facevano passare la luce. Per fortuna c’era un interruttore, non mi piaceva particolarmente stare solo in un luogo buio, anche se molto di più non facevano: metà erano fulminate. Attraversai quindi uno stretto corridoio e aprii la piccola porta con la chiave che mi era stata data. Sincera-mente mi aspettavo qualcosa di più di quello. Accesa la luce, mi ritrovai in una saletta di non più di quaranta metri quadrarti, i muri coperti di mensole e scaffali e anche in mezzo alla stanza vi erano altri scaffali, che riducevano ancor di più lo spazio reale, creando come dei piccoli corridoi negli spazi fra uno e l’altro. L’unica eccezione era un vecchio tavolo di legno, buona parte con piccoli buchi creati dai tarli. Di fronte una sedia, così pensai, vedendo il lenzuolo grigio (una volta doveva essere bianco, ma la polvere ha lasciato la sua impronta) con cui era stata coperta. Che altro dire? Tutti quei libri non seguivano un ordine, l’unica nota a riguardo era un postit appiccicato sulla porta d’entrata, che riassumeva brevemente i posti da cui venivano tutti i libri. A quel punto mi venne la mezza idea di lasciar stare tutto e andarmene via. In fondo nulla di sensato mi tratteneva nello stare in quel posto, solo lo sciocco desiderio di trovare… Beh, un libro. Ed era strano pensarci, in quel momento, perché di libri non m’importava proprio niente. Eppure mi trovavo lì. Ed era stato proprio quel pensiero a farmi continuare. Mi avvicinai dunque ad uno scaffale e guardai i titoli dei libri. Non ce n’era uno che conoscessi. Persi quindi una marea di tempo a verificare i titoli di tutti quei volumi… Alcuni erano relativamente recenti, presi in mano un libro a caso, s’intitolava “Venezia – 13 Gennaio”. Le pagine erano nuove, mai sfogliate. Lessi qualche riga e dopo un po’ di incertezza lo riposi. Non era il testo che cercavo, ma non so… Un filo di curiosità mi diceva di continuare a leggere. Presto ne presi in mano un altro, “So dov’è nascosta la dea della fortuna”. Questo era già più vecchio, le pagine ingiallite dallo scorrere del tempo, le parole stampate in modo meno ordinato. Lessi le prime pagine, e fui come catturato. Il rumore della carta che viene sfogliata, l’odore che si sprigiona dai libri rimasti chiusi da tanto tempo e poi improvvisamente riaperti, quei caratteri incerti e imperfetti che la stampa moderna non crea più… Presi il telo della sedia e lo buttai a terra, scoprendo una bellissima poltrona stile Luigi XV, il legno intagliato minuziosamente e dorato, il velluto rosso che foderava lo schienale e la parte inferiore. Mi ci sedetti, e come se si fosse aperto un varco nel tempo rimasi tutto il pomeriggio a leggere. Era l’orario di chiusura quando il suono del telefono mi fece sfuggire da quella realtà. Era Lucienne, mi chiedeva se me ne fossi andato senza ridargli le chiavi. Tornai su velocemente, ma non senza nascondere un altro libro che avevo adocchiato sotto la maglietta. Gli ridiedi la chiave, ma dissi che sarei ritornato perché non avevo avuto il tempo di fare tutto. E a casa lessi anche quel libro, lo divorai, ed essendo uno di parola tornai due giorni dopo a leggere nel magazzino. E il giorno successivo. E quello dopo ancora. Lucienne continuava a dirmi che non avrei potuto continuare a leggere quei libri, e una mattina mi feci dare la chiave, e senza farmi vedere invece che recarmi giù uscii e andai dal ferramenta per una copia. Si, lo dico così, senza alcuna vergogna. La mia voglia di sapere, sciolta e svogliata di tutti quegli anni mi faceva desiderare continuamente di recarmi in quel piccolo posto lontano dal caos e dalla gente, e rifugiarmi in quei turbini di vec-chie parole e frasi ispirate, anche a costo di agire come un ladro. E finalmente, guardando gli scaffali lo vidi. La copertina era grande e spessa, di pelle. Le parole sul dorso del libro erano scritte in caratteri dorati, la copertina invece era tutta cucita e rappresentava un suntuoso palazzo in mezzo ad un oasi. Lo presi in mano e sfogliai le sue pagine. Erano di carta ruvida e spessa, le parole scritte a mano, imitando la stesura di una macchina da scrivere. Sulla prima pagina doveva esserci una dedica, un ringraziamento o il nome dell’autore, ma l’inchiostro rosso con cui era stato scritto era quasi completamente scomparso. Altre note non ce n’erano. Con il libro in mano (credo che nel tenerlo stessi tremando a dire la verità) mi andai a sedere sulla poltrona, e lessi il titolo scritto e decorato della seconda pagina: “La vasca di diamanti del Maragià”. Ma quel libro non lo lessi. No, non era il genere di libro in cui basta far passare gli occhi sulle parole e queste vengono elaborate e decifrate, fino a leggere un racconto… No. Io mi lasciai incantare dalle parole che vi erano scritte, trasportare dalle frasi che formavano e sedurre dalle pagine che si susseguivano. Si, quel libro mi aveva affascinato, catturato, ed ero sicuro non mi avrebbe più lasciato andare. Dovevo sfogliare le sue pagine e ricordare le sue parole… Beh, detta in parole povere leggerlo fu l’esperienza più bella della mia vita. Ad ogni nuovo capitolo vedevo una strada che si apriva per me, la mente che divagava senza controllo, in preda alle fantasie e i pensieri più straordinari. Quel libro mi fece definitivamente innamorare della lettura, della scrittura, di tutto ciò che segnava il campo della letteratura. Fu così che studiai per diventare professore di lettere, poi mi misi per conto mio e scrissi i miei libri, quasi le idee che ave-vo in mente si ramificavano a tal punto che scritta una storia non potevo non avere le basi per cominciarne un'altra. Mi sono quindi laureato in conservazione dei beni culturali e archeologia, e tuttora amo il mio lavoro di studio di vecchi libri, pergamene, manoscritti… Segni inequivocabili il cui ricordo non vedo perché debba andare perduto. Quando mi capita di sentire qualcuno di parlare di e-book lo scoraggio a leggerli. Vedo come si è trasformata la storia delle parole scritte, dagli esordi, alla stampa e ai nostri tempi. Le parole sono sempre quelle eppure… Saranno i sentimenti chiu-si al loro interno, i loro significati sempre più difficili ad uscire fuori… In ogni caso ancora oggi lo tengo con me, proprio in questo cassetto… Il libro che cambiò per sempre la mia vita.
 
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view post Posted on 14/12/2009, 18:17
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Illuminato Faro Sapienzale

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Assolutamente senza senso.
Nessuna logica di spazio tempo azione.
Logorroico ed inutile.

Ti sta' simpatico tuo nonno e questo e' un bene.

Ma tutto il resto e' noia mortale.
 
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view post Posted on 14/12/2009, 18:44

pergamena

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CITAZIONE (pv @ 14/12/2009, 18:17)
Assolutamente senza senso.
Nessuna logica di spazio tempo azione.
Logorroico ed inutile.

Ti sta' simpatico tuo nonno e questo e' un bene.

Ma tutto il resto e' noia mortale.

Opinione condivisibile o meno. Certamente non ti sta' simpatica la gentilezza ^^
Hai commentato, ma manca il voto... :30670900lk7.gif:

Il linguaggio è fin troppo colloquiale, ma la storia non manca di originalità, almeno in parte, di una sorta di "morale".
Tuttavia la lettura è fin troppo lenta e in alcune parti può risultare leggermente noioso.
Il fatto di aver pescato i titoli leggermente modificati da Racconti e Fan Fictions non lo sopporto: quanto ci voleva a iventarsene due?
3.
 
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view post Posted on 14/12/2009, 18:53
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Illuminato Faro Sapienzale

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Vabbe', passabile....pero' troppo lungo....
 
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view post Posted on 15/12/2009, 14:23

pergamena

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CITAZIONE (pv @ 14/12/2009, 18:53)
Vabbe', passabile....pero' troppo lungo....

Considerando che il limite massimo era di 10 cartelle, il troppo lungo è poco relativo. Semmai, uno dei tre è troppo corto...
Inoltre, la narrazione usata per esporre pensieri è molto più lunga rispetto a un testo argomentativo che i pensieri li espone direttamente.
 
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Guyenne Maj-Ness
view post Posted on 16/12/2009, 19:01




Non mi fa particolarmente impazzire, degli ebook preferisco i libri con carta ricliclata e mi imarcherei volentieri in una campagna per creare solo carta riciclata. Nonostante io stia pubblicando il mio romanzo in versione digitale non significa che voglia promuovere questo tipo di lettura. Infatti ribadisco, che sfogliare e assaporare le pagine, vivendosi avventure è personaggi è molto diverso che leggendolo in formato digitale.

Alcune parti sembrano fare a cazzotti tra loro, es.
CITAZIONE
- Quando, fra le tante cose che aveva detto, parlò di qualche dolore al petto in quei giorni la mamma si preoccupò e prese a dire se non era il caso di vedere un dottore, ma lui astutamente sviò subito il discorso chiedendo di farsi mostrare gli ultimi tatuaggi che la mamma aveva preso -

Poi in alcune parti sono rimaste delle parole coi trattini in mezzo, credo causate da un'impostazione di word :)

In sostanza secondo me, la forma non è soddisfacente, così come la trama, anche alcuni tempi sono sbiccati, ma dopo il colpo di scena il racconto si riprende. Non so se per la curiosità che si accende nel lettore o per altri motivi, fatto sta che ho deciso di votare buono.
Il finale così a sorpresa e romantico stona con le mie parole iniziali, che tuttavia vorrei lasciare. Tanto per regalare un commento stile cronacato.

Avrei voluto votare stupendo, ma tutta la prima parte è un disastro, ma con le opportune modifiche questo racconto ha ottimi potenziali.

CITAZIONE (Tenris @ 14/12/2009, 18:44)
Il fatto di aver pescato i titoli leggermente modificati da Racconti e Fan Fictions non lo sopporto: quanto ci voleva a iventarsene due?

E' una delle cose carine del racconto, ovviamente vale solo per gli ospiti di PT! Consideralo un tributo all'operato degli Utenti.
 
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5 replies since 13/12/2009, 16:17   69 views
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